Il virus nel carcere e le grazie del Quirinale

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di Andrea Pugiotto

Circola l’idea che, per preservare i detenuti dal contagio del Covid-19, la soluzione ottimale sia blindare le carceri: a supporto della tesi, si indicano le cifre ufficiali dei positivi al coronavirus e dei decessi dietro le sbarre, decisamente più basse se paragonate ai numeri della strage di vite umane e del contagio pandemico tra i liberi. L’articolo contesta la natura strumentale di una simile tesi, nella consapevolezza che i numeri (tanto più se non attendibili) possono essere torturati perché raccontino ciò che si desidera ascoltare. Viceversa, tutte le pertinenti raccomandazioni internazionali invitano gli Stati ad assumere provvedimenti tesi a ridurre la popolazione carceraria, ad evitare una bomba epidemiologica dentro gli istituti di pena la cui esplosione sarebbe a danno di tutti, reclusi e liberi. Nel solco di tale indicazione, tracciate le coordinate che dovrebbero orientare l’azione dei pubblici poteri, l’autore argomenta le ragioni costituzionali a favore di un ricorso (anche) alla prerogativa presidenziale di concedere grazie: d’ufficio, condizionate, massive.

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