Giuri ti InForma - Incontri a.a. 20/21

1° incontro - 17 marzo 2021- Quando morire? Deliberare sulla vita "ora per allora": dal testamento biologico all'eutanasia.

Prof. Enrico Maestri
Incontro online presso il Liceo Scientifico di Roiti di Ferrara.
Piattaforma GotoMeeting
Abstract:
Forse la categoria normativa più interessante e più problematica rimane  quella del diritto di morire: si tratta di una categoria normativa molto complessa anche da un punto di vista semantico. Hans Jonas afferma che il risvolto normativo del diritto alla vita è il diritto di morire.
Ma cosa si suole indicare con questa espressione? Il diritto all’eutanasia volontaria attiva cioè il diritto ad essere uccisi o il diritto al suicidio assistito medicalmente? Oppure il diritto all’eutanasia volontaria passiva, cioè la richiesta di morire attraverso l’interruzione di cure ancora necessarie (vitali) per mantenere in vita il paziente? Oppure il diritto di porre fine all’accanimento terapeutico, cioè a cure inutili e futili rispetto ad un decorso che è ormai definitivamente avviato verso la morte? In questi ultimi due casi, il diritto di rifiutare i trattamenti sanitari cosa implica?
Oppure che cosa s'intende per diritto a morire con dignità?
È un diritto il poter scegliere il tempo e il modo di morire?
Ma quale categoria di paziente può esercitare uno di questi diritti: il paziente ordinario, il paziente incurabile cosciente o il paziente in coma irreversibile?
Questo è un ambito in cui il riferimento dei diritti si fa pregnante in tutta la sua drammaticità è quello legato alla medicalizzazione dell'ultima fase della vita di una persona, la fase appunto del morire.
Scopo:
Approfondire la relazione concettuale tra il diritto di morire, la pianificazione della propria morte attraverso il testamento biologico e la risposta giuridica ai problemi della sofferenza umana e della conseguente volontà di essere aiutati a morire.

2° incontro - 29 marzo 2021 - Un diritto per la natura. Questione ecologica, diritto vigente e giustizia

Prof. Enrico Maestri
Incontro online presso il Liceo Scientifico di Roiti di Ferrara.
Piattaforma GotoMeeting
Abstract
Dopo i disastri di Seveso, di Three Mile Island, di Bhopal, di Cernobyl, di Deepwater Horizon e di Fukujima non possiamo ignorare che l’industrializzazione, il progresso tecnologico, l’opulento stile di vita di una minoranza della popolazione mondiale abbiano accelerato il degrado ambientale: desertificazione, salinazione, cambiamento climatico, aumento globale della temperatura, avvelenamento graduale delle falde acquifere, dei fiumi e dei mari, distruzione dello strato di ozono, piogge acide, perdita della biodiversità, contaminazione ambientale per guasti agli impianti chimici e ai reattori nucleari. Queste sono tutte questioni dalle quali dipende non solo la visione del mondo per gli anni a venire, ma anche la concezione di sé che gli esseri umani hanno in rapporto al tutto, cioè ad un ambiente il cui legame di interdipendenza non è più negabile.
Quali sono allora le responsabilità teoriche e pratiche delle politiche del diritto nei confronti del degrado ambientale? Quale atteggiamento filosofico-politico è implicito nella normativa internazionale e comunitaria sull’ambiente? I concetti e gli strumenti elaborati per rapportarci alla questione ambientale sono adeguati a cogliere la realtà di queste emergenze?
La tesi di fondo, che intendo discutere è se esiste una questione di incompatibilità tra gli ordinamenti giuridici vigenti e una effettiva tra liberalismo politico e tutela ambientale.
Scopo:
Approfondire il ruolo della giuridicità nella crisi ecologica. Concetti e strumenti giuridici esistenti sono adeguati a cogliere le nuove sensibilità ecologiche?